24. Io educatrice racconto / di Stefania Buzzetti

Io educatrice per sempre alle Cooperative dico...

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Domanda: Chi è l'educatore professionale? Silenzio.

Ti senti una educatrice? Sì.

Perché non sai raccontare il tuo lavoro? Perché raccontarlo e definirlo sarebbe riduttivo!

Stai avendo un delirio di onnipotenza? No!

Ora vi spiego. Iniziamo il racconto "semplice" di una Educatrice per Sempre.

 

Sei una ragazzina, il mondo ti dice che dovresti "decidere cosa fare da grande" e trovare una collocazione nella tua Società! Disorientamento! Dubbi! Cosa vogliono da me? Non capiscono che è ancora presto, non sono ancora in grado di leggere questo trambusto che ho nella mia mente, nel mio cuore e nella mia anima! Perché mi dicono che devo definire il mio ruolo nella mia Società? A me piacciono tutte le società... vorrei stare in Africa oppure andare a "spasso" nel mondo e Aiutare, semplicemente Aiutare attraverso le poche cose che so fare, esprimendo i miei pensieri, le mie idee, compiendo azioni e ascoltando. Ecco, forse ho capito qualcosa, vorrei semplicemente questo! Bel casino, non sarà mai un lavoro. Povera ragazzetta montanara, pensi di potere declinare queste tue inclinazioni in un lavoro, illusa!

Forse sì! Zaino in spalla e partenza esplorativa verso la grande città! La scoperta è Stupendevole, inizierà un nuovo corso di Laurea che renderà Lavoro ciò che desideri, inizia l'avventura! Con tanto entusiasmo si studia e si lavora. Il vigore e l'incoscienza della gioventù ti portano a imparare tanto, a non riconoscere i tuoi limiti, a metterti in situazioni "pericolose" per te e per le prime persone che segui! Aspettate un attimo! Cosa significa le prime persone che segui? Anzi: i primi utenti! Hai un ruolo, hai delle responsabilità, ti occupi di qualcuno, dovresti educare qualcuno - così ti hanno detto all'Università e ti hanno anche dato degli strumenti e conferito un titolo per farlo, ti danno uno stipendio per ciò che ami essere, sei riuscita a crearti un ruolo nella Tua Società. Meraviglioso!!

Piccolo problema! Sei realmente pronta? La sfrontatezza e l'onnipotenza giovanile ti dicono di Sì! Procedi spedita occupandoti di bambini fragili, fragilissimi, mah, tu non ne hai piena percezione. Fai del tuo meglio, ti adegui ai metodi educativi delle suore che gestiscono la struttura, poi accade qualcosa. Così non va! E' troppo, troppo faticoso e non è possibile "depositare" le fatiche nelle mani di qualcuno, non esiste un supporto psico-emotivo per gli operatori affinché riescano a reggere la fragilità dei bimbi che "vivono" in Comunità. Perciò, si scappa con una montagna di sensi di colpa, piangendo, sentendo d'aver tradito "i tuoi bambini". Ecco il problema! I tuoi bambini? Non sono tuoi, sei ancora "piccola" professionalmente per capirlo!

Si riparte con la tristezza e la confusione nel cuore. Ragiona, pensa, elabora. Ora cosa vuoi fare? Devo Aiutare bambini, devo espiare la colpa per aver abbandonato: Sara, Nabila, Valeria...

La grande città offre una meravigliosa opportunità. Un lavoro con bambini delicati come un fiocco di neve alla luce del sole. Un lavoro in una Cooperativa Sociale. E' l'incarnazione dei tuoi pensieri, valori, attitudini e bisogni! Non sei "matta" esistono altre persone come te! Gli alieni sono molti, altra Gioia! Oltrettutto, sono anche Padrona del mio lavoro, sono il mio datore di lavoro! Passano molti anni nel mondo delle Coop, anni nei quali ti occupi di minori, di salute mentale, di anziani. Rivesti più ruoli, fai carriera! Educatore, Coordinatore o per meglio dire Responsabile di servizio, Referente di Progetti, RLS, Membro Cda, Fundraiser, Responsabile Comunicazione... Bello! Sì, bello! Mah, ora non sei più una ragazzetta, hai più di 50 anni. Cosa è successo?! Cosa ti sei persa?!

Ho fermato il Tempo, ho capito che ho fatto l'errore di non fermare il mio Tempo e quello dei miei compagni di viaggio. I miei innumerevoli colleghi!

Ebbene sì, mi sono licenziata dal mondo delle mie amate Cooperative!Non posso licenziarmi dall'essere Educatrice perché è la mia essenza, è nella mia anima. Se potessi lo farei per prendermi del Tempo anche dall'essere Educatrice.

Cosa mi ha donato il Tempo Ritrovato... il tempo per ascoltare i pensieri, le emozioni, il tempo per la noia, per ascoltare un amico, per stare accoccolati al proprio cane, per leggere. Quanti cavolo di libri non ho letto perché non avevo il tempo nella mia mente, il tempo per prendermi tempo.

Il Tempo ha fatto il suo dovere, ha fatto ordine, perciò posso condividere liberamente e sinceramente alcune elucubrazioni mentali, degne di un Buon Educatore Professionale, attraverso il format delle Letterine (copyright Luciana Littizzetto):

 

Caro Educatore,

ancora oggi non ho la presunzione di saperti dire chi sia un educatore! Penso sia una delle figure perno per lo sviluppo dell'attuale e futura società. Penso non si possa definire solo con ciò che ci hanno insegnato durante il percorso di studi, penso si nasca educatori. Io ero e sarò per sempre una educatrice. Educo quotidianamente me stessa, educo le signore al supermercato che "pasticciano" i prodotti negli scaffali mancando di rispetto a chi lavora e agli altri clienti, educo i miei nipoti alla conoscenza del Diverso "calzini spaiati" e al rispetto della Memoria dell'Olocausto, educo i ragazzi che incrocio in Paese quando deturpano i beni comuni, educo gli adolescenti in giardino che scherniscono gli adulti quando vengono richiamati ad una buona educazione e gentilezza, educo i miei colleghi automobilisti - un lavoraccio!

Queste sono le azioni che tutti gli educatori compiono, sono le azioni degli educatori Liberi, degli educatori Naturali, degli educatori non Professionali. Ecco cosa ho capito, esiste l'essere Educatore per il Mondo. Uno stato innato che non ti scrollerai mai dalla pelle e che ti porterà in eterno a fare le tue lotte di giustizia (gratuite) e poi esiste l'educatore professionale. Che dire dell'educatore professionale! Mi rattrista dirti e confessarti che, nel mio ruolo professionale, ho fatto molti errori che probabilmente non hanno contribuito alla crescita della nostra professione. Non mi rammarico degli errori che ho compuito verso le persone che mi venivano affidate, erano errori compiuti in assoluta buona fede. Mi rammarico, invece, d'essere stata Debole! Mi duole pensare che avrei dovuto avere il coraggio di dire: No! Dire dei No per tutti Noi!

Mi sarei dovuta rifiutare di lavorare con un compenso economico non dignitoso; avrei dovuto ribellarmi all'essere considerata una figura professionale subalterna "Va bene, ma sentiamo il medico o lo psicologo, loro sono più competenti!"; non avrei dovuto assumere, in solitudine, la responsabilità di scelte importanti per la vita di altre persone; mi sarei dovuta rifiutare di fare turni massacranti; mi sarei dovuta ribellare all'utilizzo che hanno fatto della mia dedizione al lavoro "Smettetela di chiamarmi quando sono in ferie per rientrare in servizio perché la mia povera collega, in burnout, non riesce a lavorare"; avrei dovuto insistere per avere una supervisione continuativa; non avrei dovuto accettare la reperibilità h 24 per 100 Euro lordi al mese; non avrei dovuto utilizzare la mia auto per i trasporti degli ospiti; non avrei dovuto andare in vacanza con gli ospiti dietro pagamento di un piccolo "gettone" di riconoscimento economico; avrei dovuto insistere per partecipare agli incontri con i vertici di Ats, Azienda Ospedaliera, Uffici di Piano, Fondazioni, ecc.; avrei dovuto rifiutare d'essere usata come figura passepartout (pulisci, cucina, stira, cuci, guida, fai la spesa, dai le terapie - spero ora non lo si faccia più!); non avrei dovuto accettare la lusinga del: "Visto che non sei prettamente scema, potresti fare anche la coordinatrice, occuparti di fundraising, di sicurezza, di rendicontazione e varie ed eventuali"; avrei dovuto essere maggiormente incisiva nel ribellarmi al disconoscimento legato al mio genere. "Scusami!? Già sono senza dignità perché Educatore, ora aggiungiamo anche il discrimine Donna?!" "Certo! L'educatore Uomo vale di più, è prezioso, sono pochi, li paghiamo di più!"

 

Caro Educatore Anzianotto, come me, ti ci ritrovi in quanto ho appena scritto? Ritengo che i prossimi 5 anni saranno dirimenti per lo sviluppo della dignità della professione dell'educatore, di chi la forma e di chi la impiega. Uscendo dalle ipocrisie bisogna agire subito. Cari colleghi, basta alle inutili parole, basta il socialese, basta convegni dove parlano i soliti noti, basta riunioni "tra peperoni"... Fate emergere un movimento di sana ribellione, muovete le emozioni, rimettete in circolo la gioia e la spensieratezza, smettete d'essere imbruttiti dal sistema, siate arditi e spregiudicati come lo eravamo da ragazzetti! Oppure, abbiate il coraggio di abbandonare il cammino a chi ha ancora energie da investire.

Caro giovane educatore, se mi fossi rifiutata, se avessi lottato tenacemente, se avessi "fatto rete" con i miei colleghi del passato per rigettare tutte queste anomalie probabilmente, dico probabilmente, oggi la figura dell'educatore non sarebbe trasparente al mondo. Ora, sinceramente, perché tu giovane ragazza/o dovresti scegliere questa professione se educatori agés come me non hanno lottato per te! Quell'iniziale spinta magica che si ha da ragazzetti non basta più! Voi volete di più e avete ragione! Volete affermare dignitosamente quanto è importante il vostro lavoro, volete dire con orgoglio ad un collega medico o psicologo, ai parenti, agli amici che siete laureati in Scienze dell'Educazione e che il vostro titolo di studio è equipollente a tanti altri, volete fare dell'Aiuto una professione meravigliosa!

Portate con voi la pienezza emotiva del nostro lavoro e vi prego, siate più forti di quanto lo sia stata io! Meticciatevi con le altre professioni - anche del profit; fate una sana e dignitosa gavetta, serve! Siate umili ed abbiate la capacità di declinare la vostra formazione universitaria in concretezza. Vivrete momenti frustranti e faticosi; ascoltate il Vostro Educatore Interno, quando perderete la bussola dell'educatore professionale andate a cercare il Vostro educatore Interno, vi riposizionerà in coerenza con la vostra idea di educazione, non è sbagliata, è vostra e perciò meritevole d'emergere; utilizzate la coerenza, è uno strumento prezioso, in pochi lo sanno usare. Alle parole devono seguire fatti... sembra banale, ma vi assicuro che di coerenza ve ne è un grande bisogno!

Concludendo, un giorno mi dissero: Divergere per Convergere! Perciò vi consiglio di Divergere portando avanti la dignità della Nostra professione con coraggio, caoticità, confusione e sconclusionatezza... Ed in seguito Convergete nei vostri pensieri riorganizzandoli e difendendoli.

Ricordatevi di essere sempre Curiosi e un po' rompi pa..e! Un abbraccio da una eterna ed orgogliosa educatrice

 

Care Cooperative,

chi siete? Non vi riconosco! Potete decidere cosa volete diventare da grandi? Riuscite a diventare delle Imprese Sociali senza snaturare la vostra Mission o avere sensi di colpa perché: "Assomigliamo troppo al Profit!". Potete essere meno asservite alle amministrazioni locali, agli enti pubblici, alle prefetture, ecc. Scusate la banalità ma è così difficile continuare ad avere al centro la Persona e contemporaneamente salvaguardare la dignità dei vostri lavoratori liberandovi dalla cattiva etichetta "siamo quelli buoni che devono 'sbragare' per non lasciare soli gli ultimi e non fa nulla se non pagano la nostra professionalità!". Potete, definitivamente, uscire dalla Sindrome di Calimero! La dignità dell'educatore non crescerà mai se il terzo settore continuerà ad essere così autocentrato! Basta chiusura, basta autoreferenzialità - siamo bravi solo noi ma ci sentiamo Calimero; basta "parlarsi addosso", basta riunioni fiume con tempo ed energie perse per non decidere Mai. Bisogna decidere! Sbagliando scelta strategica e investimento, non fa nulla, almeno si è deciso! Si è deciso per il bene della Comunità! Vi servono i Capi! Sì, ebbene sì, anche nelle nostre amate Coop. Ci vogliono i Capi che decidano, che facciano sintesi di tutti i pensieri e spunti, ci vogliono teste veloci, ardite, che non temano il confronto con il profit, con la tecnologia con la politica. Ecco, dovete fare una sana politica! Politica Concreta! Mi rendo conto che sia un ossimoro ma dovete, realmente, fare politica per la Comunità, per i deboli per il futuro! Perché vi fate "mangiare" dal qui ed ora, perché non fate programmazione e pianificazione per i prossimi 10 anni, perché non potete porvi obiettivi strategici e di crescita per il 2033! Forza care Cooperative, abbiate coraggio come in passato, ritrovate la gioia d'essere "diversamente" imprenditori per le persone.

 

Stefania Buzztti è educatrice professionale.

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