16. Noi educatori raccontiamo / a cura di un gruppo di operatori millennials di "Spazio Giovani"

Lettera aperta a un cittadino

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Caro Cittadino, hai ragione!

Spesso ci vedi al parco a giocare come se fossimo bambini, spesso ci trovi seduti su un divano a parlare del più e del meno, a volte ci vedi passeggiare per strada con strani oggetti. Poi è vero, andiamo al mercato insieme o al bar a prendere il caffè, vengo con te in posta e in comune. Sto al telefono per prenotare le tue visite mediche e aiuto tuo figlio a fare i compiti o lo accompagno agli open day. Certamente è possibile che ci mangiamo una pizza insieme oppure siamo a un concerto di giovani band emergenti. Stiamo anche molto tempo dietro ai social network, giriamo video e facciamo foto. Si, questo è il nostro lavoro e, anche se ti stupirà, ci pagano.

Poco, ma ci pagano.

Ricordati che la nostra non è una "missione" e nemmeno volontariato. Dietro ad ogni nostra azione c'è un pensiero educativo rivolto al benessere delle persone al nostro fianco. La nostra identità non è un'etichetta precisa ma assomiglia molto di più ad un puzzle fatto di tantissimi pezzi: ascolto, attenzione, pazienza, cura, empatia, creativita, collaborazione. flessibilità, conoscenza. Ti pare poco?

Abbiamo formazioni differenti, con competenze specifiche, ma spesso non basta. Ci formiamo e ci aggiorniamo continuamente per stare al passo con le tue esigenze. Spesso bisogna sapersi reinventare e imparare velocemente a gestire situazioni e risolvere problemi, i tuoi problemi. Non abbiamo orari o sedi fisse e passiamo molto tempo in macchina, tanto che ci potremmo prendere residenza. Il nostro box diventa un magazzino di materiale che ci serve per tutte le attività che organizziamo.

Abbiamo così tanti capi che ci vorrebbe una mappa per ricordarci dove sono tutti; ognuno con sue particolarità, esigenze e obiettivi che, giustamente, vogliono vengano rispettati. Molte volte il nostro lavoro non si chiude fra le mura del nostro ufficio, ma viene a casa con noi. Nelle mura domestiche ripensiamo a come affrontare le problematiche della giornata e cerchiamo soluzioni ai tuoi problemi. Se non rispondiamo subito al telefono pensi male, e se dici che non è cosi, stai mentendo!

Ci occupiamo di progetti che richiedono un sacco di energie e di impegnoma che, non per colpa nostra, a volte hanno vita breve. Così può capitare che tu rimanga senza un servizio... e noi senza lavoro. Se ancora non hai capito che lavoro faccio: tranquillo, non sei il solo! Forse fino in fondo non lo abbiamo capito nemmeno noi!

L'unica cosa che sappiamo è che non faremmo un altro lavoro con la stessa passione che dedichiamo all'educazione. E infine, ricordati che ti vogliamo bene, ma non puoi essere la nostra unica ragione di vita!

Lettera aperta di un gruppo di educatori "Millenials" di "Spazio Giovani impresa sociale"

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IL PROGETTO EDITORIALE 
In vista dell’AGORA' DELLE EDUCATRICI E DEGLI EDUCATORI (da giovedì 25 a sabato 27 maggio) la rivista Animazione Sociale ha avviato una raccolta di testi

Ti chiediamo di raccontare la tua professione di #educatrice/#educatore? Nei servizi, a scuola, nelle comunità, in strada, nelle carceri, nelle case, negli ospedali, nelle mille altre scene educative? In poche righe o con un testo più articolato. Raccontare quello che vivi e vedi stando accanto alle storie, le riflessioni che come équipe fate, le domande che ti porti a casa la sera o a fine turno la mattina, le riflessioni che senti importante condividere oggi perché la dignità della professione educativa sia maggiormente riconosciuta.

INVIA ANCHE TU IL TUO RACCONTO (animazionesociale@gruppoabele.org). La rivista si occuperà di rilanciare sui canali social e nel blog sul sito.

Se desideri partecipare all’AGORA' DELLE EDUCATRICI E DEGLI EDUCATORI (online o in presenza a Torino) iscriviti qui: https://www.animazionesociale.it/it-schede-3372-dignita_del_lavoro_educativo

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Da oltre 30 anni Animazione Sociale mantiene l'abbonamento a un prezzo ridotto, grazie al sostegno delle lettrici e dei lettori e del Gruppo Abele che ne è l'editore. Una scelta per favorire l'accesso di tutti alla formazione, risorsa vitale per lavorare nel sociale.

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