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Il panettiere sotto casa mette a disposizione il suo telefono – L'aiuto a persone con rischio emarginazione

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Progetto Prisma - per le Relazioni d'Aiuto Associazione Verba - Torino
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<firstletter>I</firstletter>llustrazione Sara Palacios
Illustrazione Sara Palacios

Prisma: "In ottica, un mezzo trasparente limitato da superfici piane non parallele, su una delle quali incidono i raggi luminosi, per emergere poi da un'altra scomponendosi in svariati colori dopo aver subìto una deviazione dipendente dall'indice di rifrazione del materiale del prisma e dalle sue caratteristiche geometriche" (definizione Treccani)

Prisma. Così è stato denominato questo progetto che fa delle relazioni d'aiuto il suo strumento principe di azione. Il suo nome completo è Progetto Prisma - per le Relazioni di Aiuto ed è un progetto del Comune di Torino in collaborazione con Associazione Verba.

Un nome che rimanda alle tante specificità delle persone e agli altrettanti modi di vicinanza che, per rifrazione appunto, via via vengono pensati, messi in campo, ritrattati, riprovati, resi procedura e poi di nuovo modificati e ricostruiti.

Perché, soprattutto nel sociale, soprattutto quando ci si occupa di persone in situazione di fragilità, non può e non deve esserci una risposta standard: ogni persona ha le sue criticità, le sue risorse, le sue potenzialità, le sue fragilità.

Insomma, nelle facce del nostro Prisma ci sentivamo, forse anche sfacciatamente, pronti ad affiancare qualsiasi persona con disabilità a rischio di emarginazione: migranti con disabilità, persone con disabilità vittime di violenza, persone con disabilità LGBTQI+, donne con disabilità, persone con disabilità in situazione di estrema fragilità socio-economica.

Incontrare le persone, ascoltarle, leggere i bisogni, facilitare la consapevolezza, condividere soluzioni, creare reti e guardarle conquistarsi in autonomia la propria porzione di mondo e i propri pezzi di vita.

Poi il Covid-19 e la quarantena.

Se spostare il proprio ufficio online è la soluzione più ovvia per molti, diventa la meno praticabile quando le persone a cui il tuo servizio si rivolge non hanno una casa o denaro sufficiente per arrivare a fine mese. Non poter incontrare le persone rende difficile la comunicazione quando si parlano due lingue diverse. Quando il tempo di tutti si ferma, anche quello degli uffici che devono mandare avanti pratiche burocratiche per ottenere documenti necessari a istruire nuovi procedimenti amministrativi.

E allora no, la scomposizione dei colori che conoscevamo prima non basta più. Ci si deve reinventare in fretta un nuovo modo.

Creare legami di prossimità al telefono sembra impossibile, eppure in tempi di Covid-19 diventa semplice. Il panettiere sotto casa mette a disposizione il suo telefono per permetterci di comunicare con un ragazzo che non ce l'ha e che ha trovato questo come unico modo per mettersi in contatto con noi.

Per avere un pacco viveri è necessario dichiarare di avere fame, non l'ISEE.

Una ragazza sorda ci fa inviare un messaggio da un suo connazionale per farci sapere che sta bene e che possiamo contattarla sul numero di una sim che le hanno regalato.

Chi di loro è ricoverato, fa videochiamate e noi tiriamo un sospiro di sollievo: anche oggi tutto bene.

Chi ormai è autonomo rispetto a noi telefona per dire che a suo tempo ha ricevuto tanto ed è a disposizione se ce ne fosse bisogno.

 L'emergenza non solo acuisce le solitudini, ma anche rinsalda legami e trova più che mai soluzioni inedite restituendo in maniera prepotente quel protagonismo che solitamente viene riconquistato a piccoli passi.

Allora forse è vero che il contraltare dell'oscurità è sempre la luce.

Ed è una luce nuova quella che oggi impatta il Prisma e rifrange nuovi colori.

Umani e bellissimi.


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Illustrazione Sara Palacios

 
  

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