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Ormai in casa famiglia non contiamo più i giorni della settimana

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Anania Marcella Psicologa
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Sono le 22:14. Le più piccole dormono da un po'. Qualcuno guarda alla tv Harry Potter. Chi se ne sta da sola a scrivere pagine del proprio diario. Le ragazze sono nelle proprie camere, letto e cellulari, una di fronte all'altra. Cuffie e schermi in cui rifugiarsi, rapite e catapultate nei loro mondi virtuali, gli unici ormai da cui potersi affacciare e respirare boccate di ossigeno.

Ormai in casa non contiamo più i giorni della settimana. Non c'è più il lunedì di danza o il mercoledì di ginnastica. Non c'è più la sveglia delle 6:00 e quella delle 6:55. La giornata inizia uguale per tutti.

All'inizio non si capiva cosa stesse succedendo. La cosa certa era che a scuola non si andava e questo bastava per rendere tutti felici.

Dopo qualche giorno l'euforia di potersene stare tranquilli senza rincorrere i propri impegni, ha ceduto il posto allo smarrimento, alla noia e alla rabbia. "...Ho bisogno di uscire, non ce la faccio a stare chiuso qui...".Gli sguardi delle più piccole di fronte alle nostre mascherine erano timorosi e incerti. Perché stavamo nascondendo le nostre bocche? Proprio quelle che fino a qualche giorno prima si animavano di sorrisi smaglianti e smorfie imbarazzanti?

Piano piano hanno cominciato a capire che i nostri sorrisi, nonostante tutto, continuano a esserci sotto le mascherine e non dovranno spaventarsi per quello che sta accadendo fuori. Noi ci siamo e continueremo a esserci anche se il tempo scorre più lentamente.

Ogni giorno ci inventiamo laboratori e attività per movimentare i pomeriggi, dopo le mattinate passate a studiare piene di compiti da inviare... "Quasi quasi si studia più a casa che a scuola"... Ogni mattina il sole continua a sorgere e noi dobbiamo correre a salutarlo affidandogli la nostra giornata, anche se lo guardiamo dietro i vetri delle finestre...

Questa casa è il loro rifugio sicuro. Anche per questa volta rappresenterà un posto da cui potersi difendere dai mali esterni e da cui continuare a desiderare di fuggire al più presto, varcando la soglia delle loro speranze.

Ora si spegne tutto e si va a dormire, domani mi aspetta un altro turno. Nel frattempo i ragazzi mi hanno portato una camomilla. In questo periodo ci si prende tutti cura dell'altro...



 
  

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