Animazione Sociale

nr 378

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Editoriale

Adolescenti e adulti: le cose che abbiamo in comune

«Oggi è troppo quello che gli arriva addosso». Negli incontri preparatori alla Agorà 2025 (si veda  anche p. 71 e il retro copertina) dedicata all’adolescenza, a un certo punto è uscita questa frase. è un’immagine semplice ma potente, che con immediatezza ci permette di avvicinarci alle/agli adolescenti di oggi. Sottoposti come sono a un eccesso di virtuale, con l’iperstimolazione dei social che veicolano modelli estetici e prestativi in un’età in cui ci ci sente fatalmente brutti (nella serie tv Adolescence, a un certo punto Jamie, il protagonista 13enne, dice alla psicologa durante il colloquio nell’istituto in cui è rinchiuso per aver ucciso una coetanea che lo respingeva: «Sono brutto, il più brutto» ed è una frase che colpisce) e inadeguati a stare in questo mondo, con le conseguenze depressive e le reazioni aggressive che ciò può suscitare. Ma adolescenti sottoposti, con altrettanta e forse maggior pressione, a un eccesso di realtà (posto che la distinzione tra reale e virtuale abbia ancora senso: grande tema che resta da pensare per la pedagogia contemporanea). Perché il mondo sta riservando ai nati in questo millennio una successione di shock impressionante, se confrontata con la relativa tranquillità dei nati a partire dal secondo dopoguerra, avvolgendo il futuro in una fitta nebbia.

Oggi siamo tutti in un deficit
di comprensione e senso. è tempo
di mettersi in ricerca insieme.

Ma onestamente potremmo rovesciare quella frase e dire: «Oggi è troppo quello che ci arriva addosso». Perché anche noi adulti ? genitori, insegnanti, professionisti della cura educativa e della salute mentale, uomini e donne di questo tempo ? siamo sottoposti a un’eccedenza che si fa fatica ad accogliere, comprendere, fronteggiare. Il mondo ci viene addosso con i suoi flussi continui di dati, le sue policrisi terrificanti, le sue narrazioni ipnotiche. E quando incontriamo lo sguardo delle e degli adolescenti di oggi è il riflesso della nostra inquietudine che cogliamo nelle loro fragilità, ma anche nelle loro forme di resistenza e nel loro bisogno di senso. 

Allora adolescenti e adulti hanno oggi tante domande in comune ed è una occasione storica, questa, per mettersi in ricerca insieme nei luoghi di vita, educativi, scolastici. Nell’Agorà cercheremo insieme le parole per leggere questo troppo che ci arriva addosso, per interrogarci sulle domande che le/gli adolescenti ci sembrano porre a noi ma anche sulle domande che noi adulti ci stiamo ponendo rispetto a loro. Dialogando senza reciproche colpevolizzazioni, scambiandoci le sperimentazioni che stanno funzionando, nei contesti educativi, di cura e di apprendimento. e rilanciando sulle politiche giovanili, oggi le grandi assenti.

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Indice del numero

editoriale ~ p. 1
Adolescenti e adulti: le cose che abbiamo in comune

#vignetta ~ p. 5
Le terre rare, le persone pazienza

by Mauro Biani

educazione degli adulti~ p. 6
Imparare a uscire dalla cornice del presente
C’è troppo poco futuro nei discorsi degli adulti
Intervista a Ugo Morelli a cura di Franco Floris e Ivana Paganotto

disabilità ~ p. 21
Scrivere a matita i progetti delle persone
Come sostenere le persone con disabilità nel loro tragitto esistenziale
di Carlo Lepri e Carlo Francescutti

sguardi ~ pp. 34 / 47
Cosa serve per scrivere «a matita» i progetti di vita? a cura di Animazione Sociale
- Se il desiderio (e non il bisogno) è il perno dei progetti di vita di Maurizio Colleoni
- Potrà bastare una nuova semantica? di Carlo Giacobini
- Ci si chiede mai come sta chi oggi lavora nella cura? di Mario Paolini

la crisi del sociale ~ p. 48
«Ma come fate a dire che qui è tutto normale?»
Cosa ci sta dicendo la «disaffezione» delle giovani generazioni al lavoro sociale?
di Barbara di Tommaso

diari di viaggio ~ pp. 61 / 72
- Come è profondo il mare dell’adolescenza di Pino di Leone
- «Che sport faccio? Gioco ai videogame, prof» di Tomaso Bozzalla
- Se in classe siamo tutti biodiversi di Monica Gargano
- Verso l’Agorà 2025 sull’adolescenza a cura di Animazione Sociale
Stare nel verde fa bene testo di Alessandra Viola, copertina di Guido Scarabottolo

focus ~ pp. 73 / 96
Essere operatrici e operatori sociali di un paese, non solo di un servizio
Il lavoro in ottica di comunità nei racconti di un servizio sociale territoriale
A cura del CIdiS (Consorzio Intercomunale di Servizi) di Orbassano (To)

La comunità è un giacimento di risorse per l’aiuto
I primi due livelli del lavoro sociale in ottica di comunità

Il potere di aiuto che c’è nell’informale e orizzontale
Gli ultimi due livelli del lavoro sociale in ottica di comunità

In fondo si è operatori sociali di un territorio
La costruzione di un rapporto sentimentale con la comunità

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