Animazione Sociale

nr 373

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Editoriale

Prendersi cura del futuro per stare meglio nell’oggi

Il disagio psichico di tante/i preadolescenti e adolescenti è «politico». Ossia ha a che fare con il tipo di società in cui si cresce. Per dire: l’esplosione di disagio tra ragazze e ragazzi nelle forme attuali (tristezza, angoscia, attacchi al corpo, ritiro sociale...) è un fenomeno di questi anni ’10-’20, accelerato da due immaginari che – combinandosi – generano ansia e senso di inadeguatezza: l’immaginario dell’assenza di futuro (pandemia, guerre, povertà, crisi climatica) e quello della performance (nella società dell’immagine ciascuno/a è chiamato a eccellere, a distinguersi, ad apparire prestativo).

La nostra psiche è sociale, il nostro inconscio è storico, lo diceva già Freud parlando del «disagio della civiltà». Dire allora che la salute mentale è connessa al tipo di società in cui si cresce assegna oggi al mondo adulto un compito a cui è difficile sottrarsi:  riconoscere che cosa sta impedendo all’umano di fiorire, che cosa sta trascinando in gorghi dolorosi giovani vite in cerca di un senso, di una speranza, di uno scopo nel mondo. E, una volta individuato il che cosa, capire come modificarlo (si legga a riguardo l’intervista in questo numero, pp. 6-16).

La distrazione del mondo adulto
nei confronti del futuro è oggi
il reato educativo più grave.

Politicizzare il disagio psichico significa quindi non individualizzarlo, non imputarlo solo al singolo e alle sue fragilità. Ma investire sulla cura dei contesti in cui le nuove generazioni crescono, famiglia e scuola in primis, sostenendole nei loro compiti educativi e didattici. Famiglie dove le ansie e le fatiche degli stessi adulti si riversano proiettivamente sui figli. Scuole dove si tratta di promuovere una didattica inclusiva e cooperativa, che sgombri le aule da ansie prestative e climi competitivi rendendole luoghi dove si impara e ci si educa insieme. Politicizzare il disagio significa anche riconoscere l’insostenibilità del modello neocapitalistico, basato sulla privatizzazione e predazione di risorse naturali e sociali. 

Si apre un grande campo di lavoro, che ha carattere educativo e riguarda la costruzione del futuro, che è il tempo delle nuove generazioni. Scriveva Gustavo Pietropolli Charmet qualche anno fa, riferendosi alla scuola quando si sottrae alle sfide di un futuro che mai come oggi è ricco di possibilità impensabili e rischi micidiali (ma il monito vale per tutto il mondo adulto): «Questa distrazione della scuola nei confronti del futuro mi sembra il reato educativo più grave che si possa compiere verso questa generazione». 

Il Focus di questo numero (pp. 67-96) racconta una pratica educativa che mostra come si possa assumere questo compito come comunità educante. Al tema sarà dedicato anche il Social Festival Comunità Educative 2024: prendersi cura del mondo. Insieme, tra generazioni. 

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Indice del numero

editoriale ~ p. 1
Prendersi cura del futuro per stare meglio nell’oggi

#vignetta ~ p. 5
Ius Scholae

by Mauro Biani

oltre l’individualizzazione del disagio ~ p. 6
Se la sofferenza psichica è una questione politica

Politicizzare il disagio per cambiare la società
Intervista a Marco Rovelli a cura di Roberto Camarlinghi

linguaggi trasformativi ~ p. 17
Poeticamente lavora l’operatore sociale

Per una grammatica del lavoro di cura
di Antonella Cuppari

la salute per tutti ~ p. 23
Se i servizi sociali e sanitari abitano insieme la città

L’agire professionale di comunità nel programma Habitat Microaree a Trieste
di Massimiliano Capitanio, Monica Ghiretti, Daniela Luisi, Maria Cristina Montesi, Antonella Rai

cura dell’abitare ~ p. 34
Per un’alleanza tra servizi sociali e reti di mutualismo

Se nei quartieri difficili l’attore pubblico non può fare a meno delle energie locali
di Carlo Cellamare

tutela minori ~ p. 47
Gli operatori della tutela sono come i Pokemon

Evoluzioni accanto e dentro il trauma
di Enrico Quarello, illustrazioni di Liliana Redaelli

i diari ~ pp. 60 / 66
- Due detective a scuola per trovare chi ci sta scappando Pino Di Leone
- Quegli insight che cambiano le relazioni Roberto Dalla Chiara
- L’amore è ciò di cui siamo responsabili testo di Luce Irigaray copertina di Mauro Biani 

Focus
Adolescenti che si prendono cura di «beni di paese»

L’attivazione di comunità educanti territoriali nelle esperienze di «Ci sto? Affare fatica!»
Testi a cura della Rete nazionale di «Ci sto? Affare fatica!»

Adolescenti alla scoperta di sé avendo cura di altro da sé 
Valorizzare il tempo estivo con attività concrete di cittadinanza attiva

Non si cresce senza una comunità educante
Sperimentarsi adolescenti curando beni comuni

La cura dei luoghi è esperienza politica per ragazze e ragazzi
Sentirsi attivi curando beni comuni genera alla vita collettiva

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