Animazione Sociale

nr 371

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Editoriale

Cooperazione sociale: è tempo di una svolta

Di seguito alcuni punti che ci preme restituire come esito dell’Agorà delle cooperative sociali e delle professioni che vi lavorano (Torino, 13-15 giugno 2024) alla quale hanno preso parte circa 400 persone, in presenza e online.

1. Co-programmazione e co-progettazione. è emerso che occorre definire con più determinazione i metodi e i processi con cui le si avvia, perché molte volte si rileva che la prima viene bypassata e la seconda ridotta a bando mascherato. Peraltro, laddove sono avvenute reali co-programmazioni e co-progettazioni, sono scaturiti risultati efficaci in termini di innovazione dei servizi e modificazione delle relazioni in senso simmetrico tra ente pubblico e cooperative sociali.

2. Coinvolgimento e partecipazione delle giovani generazioni. C’è una cucitura da fare nelle organizzazioni: quella tra giovani e vecchie generazioni. Le prime segnalano in molti casi di non riuscire a sentirsi parte del progetto della cooperativa, che rimane custodito nelle mani delle seconde. Non basta mettere un giovane in CdA per dirsi aperti al contributo delle nuove generazioni, occorre far sì che la governance si alimenti in un dialogo circolare con chi oggi entra in cooperativa, portando nuove visioni, competenze, aspirazioni.

Gli esiti dell’Agorà dedicata
alle sfide della cooperazione sociale
saranno ora raccolti in un volume.

3. Significato del lavoro. Se il lavoro in cooperativa si riduce a prestazione, e per di più è lavoro frammentato (qualche ora di qua, qualche ora di là), perde il senso di essere svolto da una cooperativa. Perché quale valore aggiunto si può intravedere? Se poi un lavoro prestazionale e frammentato si combina con basse retribuzioni, lì c’è il cortocircuito. Molte volte la «fuga» dalle cooperative non è dettata da scarse motivazioni personali, ma da scarsa cura organizzativa. Diventa allora importante presidiare luoghi collettivi in cui tematizzare insieme che lavoro stiamo facendo e come dargli senso e dignità.

4. Ruoli dirigenziali. Se si condividono i punti precedenti, si comprende quanto sia importante oggi la funzione di chi coordina le cooperative sociali.

5. Alleanze generative. Occorre dar vita a alleanze generative, che vuol dire uscire da posizioni isolate e connettersi con altri interlocutori, rilanciando due cose su tutte: la difesa della dignità del lavoro, la cui violazione accomuna oggi professioni sociali ed educative ad altri lavoratori/lavoratrici; la condivisione del progetto culturale e politico che si intende portare avanti nei territori. Alleanze generative in una logica di intersezionalità, ben descritta nell’intervista di apertura di questo numero.

Gli esiti di questa seconda edizione dell’Agorà saranno a breve raccolti in una pubblicazione.

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Indice del numero

editoriale ~ p. 1
Cooperazione sociale: è tempo di una svolta

#vignetta ~ p. 5
la pace vista con gli occhi della guerra

by Mauro Biani

#intersezionalità ~ p. 6
Con buona pace di Margaret Thatcher, la società esiste

Che cosa ci insegnano i nuovi movimenti
Intervista a Giorgia Serughetti a cura di Jo Meg Kennedy

figure dell’educare ~ p. 18
L’educare è una spirale generativa

Come pensano e agiscono nel quotidiano educatrici ed educatori professionali
di Luca Cateni

noi e gli altri ~ p. 28
Rifugiati e richiedenti asilo: solo corpi da salvare?
Adottare una prospettiva di genere nel lavoro con persone migranti
di Alice Levy

inserimenti lavorativi ~ p. 40
Davvero esistono gli «inoccupabili»?

Due esperienze di supporto all’impiego come politica attiva del lavoro e pratica di welfare generativo
di Ambrogio Dionigi, Angelo Fioritti, Eugenio Marcotullio e Fabio Albano

diari dell’operatore ~ pp. 53 / 62
- Una cooperativa sportiva di comunità di Massimiliano Anzivino con Franco Castagnetti, Fabio Guglielmi, Roberto Zanini
- Quando in comunità minori l’educatore fa patatrac di Pino Di Leone
- La pace è lavoro interiore testi di Giuseppe Conoci immagine di Desideria Guicciardini

Focus ~ pp. 63 / 96
Il cigno nero è arrivato nei servizi educativi

Come far fronte alla mancanza di educatrici/tori
Testi di Marco Tuggia, Michele Santi, Maria Inglese

Il nostro «cigno nero»: mancano educatori/trici 
Il Terzo settore di fronte al turn over di personale educativo

E se con la crisi mettessimo mano ai servizi educativi?
Se non ora, quando?

Con quali maestri dell’educare mettersi in viaggio?
Riflessioni sulla professione educativa (e anche sociale e sanitaria)

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