Animazione Sociale

nr 364

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Editoriale

Insegniamo ed educhiamo, ma sappiamo come si apprende?

Sempre più insegnanti ed educatori si stanno interrogando su come favorire l’apprendimento da parte delle nuove generazioni. Apprendimento (parola troppo a lungo data per scontata) si sta imponendo come questione da ri-esplorare, ri-precisare, ri-comprendere.

Soprattutto chi - per professione e mandato (maestri, insegnanti, figure educative...) - è chiamato ad accompagnare le nuove generazioni a entrare in contatto con il sapere e i valori sta prendendo consapevolezza che si tratta di dotarsi di una teoria e di una prassi dell’apprendimento, che permetta a studentesse e studenti, di ogni ordine e grado, di crescere come soggetti attivi, protagonisti dei propri cammini scolastici, educativi, di vita.

Apprendimento (parola troppo
a lungo data per scontata)
è questione oggi da ricomprendere.

Tanti segnali spingono oggi in questa direzione. Ci sono i dati della dispersione e dell’abbandono scolastico, che malgrado in calo non cessano di essere preoccupanti e di porre la domanda: come può la scuola diventare una esperienza capace di tenere maggiormente dentro chi è più a rischio di scivolare fuori?

C’è un dilagante malessere di studentesse e studenti, che l’esperienza scolastica non sempre riesce ad alleviare, talvolta anzi rischia di incrementare. Al punto che ci si chiede: possiamo pensare un modo di fare scuola che promuova maggiore benessere tra allieve, allievi e gli stessi insegnanti?

C’è poi la sensazione che trovarsi di fronte generazioni native digitali stia mettendo in discussione le modalità abituali di insegnare ed educare: come osservano studiosi ed esperti di sviluppo, oggi bambini nativi digitali arrivano in classe con altri stimoli e strutture mentali rispetto a quelli di un tempo. Possiamo continuare a pretendere che bambini cresciuti in una realtà ricca di sollecitazioni veloci passino 5 ore a scuola in apprendimento passivo e 5 ore a casa a fare i compiti sul quaderno?

Ci sono infine le acquisizioni delle neuroscienze che sempre più rivelano come una mente apprende, in quali climi emotivi, a quali condizioni ambientali. Sappiamo così che emozioni e movimento  sono la porta di ingresso del conoscere, per cui una buona gestione delle emozioni e la messa in discussione dello schema d’aula (che vede corpi immobilizzati tra i banchi e teste orientate alla cattedra) sono sempre più riconosciute condizioni dell’apprendere.

Di tutto questo parleremo nella seconda edizione del Social Festival Comunità Educative (info: www.socialfestival-comunitaeducative.it).

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Indice del numero

editoriale ~  p. 1
Insegniamo ed educhiamo, ma sappiamo come si apprende?

 #illustrazione ~  p. 5
Quando a migrare eravamo noi 
Da La Domenica del Corriere, 17 novembre 1946
Disegno di Walter Molino

corpi in relazione ~ p. 6
A scuola non va solo la mente, ma anche il corpo

La corporeità come dimensione fondante dell’apprendimento
Intervista a Ugo Morelli a cura di Ivana Paganotto

viaggio/inchiesta ~ p. 19
Comunità si diventa stando a fianco di adulti fragili

L’esperienza di «Casa del cuore» a Bozzolo (Mn)
Intervista a Cosimo Malvaso, Nunzia Gobbi, Nicola Scognamiglio e Mauro Ferrari a cura di Animazione Sociale

il dolore dei giovani ~ p. 34
Adolescenti e giovani che si ritirano
L’esperienza del progetto Nove ¾ a Torino
Intervista a Milena Primavera, Stefano Ramello, Martina Tabarelli a cura di Roberto Camarlinghi e Francesco d’Angella

percorsi di cura ~ p. 47
Il lavoro è salute mentale

Dai servizi pratiche innovative per l’inclusione lavorativa
di Angelo Fioritti e Corrado Cappa

diari degli operatori ~ pp. 56 / 67

* Adolescenze leggere come palloncini di Anna Paola Lacatena
* Giocando si diventa in-super-abili di Cristina Onesta Mosso, Annalisa Cerrone
* È un bel mestiere l’educatore di Pino Di Leone
* Rompere i muri e i confini testi tratti dall’Atlante delle frontiere, immagine di Anna Camarlinghi

focus pp. ~ 68 / 96

Raccontare il game dei migranti tra le montagne
Appunti di lavoro intorno a una graphic novel etnografica e politica
A cura di Roberto Beneduce, Luca Giliberti, Piero Gorza, Stefano Greco, Luca Queirolo Palmas, Gianluca Seimandi, Simone Spensieri

* Storyboard di un fumetto politico
  Nuovi linguaggi per creare nuovi immaginari 
* La Giacca
  Da un’esperienza di campo sulla rotta Oulx -Briançon
* La solidarietà sfida il regime della frontiera
  Lungo le rotte l’umanitario diventa politico
* Vite che abitano il cammino
  Cosa abbiamo capito dopo anni di presenza solidale in frontiera
* L’invito ad abitare altre memorie e altri futuri
 Oltre il confine marcio del tempo e gli archivi dell’infamia

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