Animazione Sociale

nr 356

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Editoriale

Il 1° Social Festival Comunità Educative

Chiudiamo questo numero all’indomani di Ci vuole una città per fare una scuola. Social Festival Comunità Educative. Una tre giorni che ha coinvolto a Torino, da giovedì 20 a sabato 22 ottobre, oltre 1.200 persone in presenza e altrettante online. 

Lezioni magistrali, workshop, laboratori di teatro, narrazione e didattica, reading, cene con scrittori: una grande festa del pensare e dello stare insieme, con al centro la scuola e il tema dell’alleanza educativa con la città e i suoi servizi (sociali, sanitari, culturali, sportivi), le sue associazioni e cooperative, le reti del civismo formali e non.

Promosso da Comune e Città Metropolitana di Torino, con la Compagnia di San Paolo e la direzione scientifica di Animazione Sociale, l’evento ha rilanciato l’idea di «città educative», capaci di focalizzarsi sui fragili cammini di crescita di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, offrendo loro sostegni e risorse formative ed espressive, di socialità e di cura.
Ogni mattina in classe studenti e studentesse portano con sé, spesso in modo silente, cumuli di fatiche e tensioni che attraversano i loro mondi familiari e che agitano i loro animi e le loro menti. Povertà economiche che si intrecciano con povertà educative; famiglie straniere che non riescono a essere risorsa nei compiti per i propri figli e figlie; forme di ansia legate a una percezione del domani come tempo sotto attacco; fragilità di vario tipo... 

Aver cura come comunità
educativa di chi cresce, spesso
tra disagi e fragilità.

Tutti sintomi di tempi difficili, che chiedono ormai di assumere come primo oggetto di lavoro il futuro. Occorre lavorare sul futuro come tempo fragile affidato alla nostra capacità di averne cura. E aver cura del futuro significa prendersi cura di chi quel futuro abiterà: le nuove generazioni di oggi, sulle quali va quindi fatto il grande investimento di una città.
Certo, ci vuole una città per fare una scuola, ma ci vogliono anche scuole per fare una città. Così come ci vuole un villaggio per far crescere un bambino, una bambina, ma ci vogliono bambine e bambini per far crescere una città. Queste dinamiche reciproche disegnano l’orizzonte di un lavoro comune nel quale sempre più dovremo imparare a muoverci.

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Indice del numero

editoriale
Il 1° Social Festival Comunità Educative

#vignetta
«Bella ciao» in lingua persiana
by Mauro Biani

la città di tutti
È tempo di organizzare la società plurale
Fare società con i mondi migranti
intervista a Ali Baba Faye a cura di Franco Floris

#cura
Dare consistenza politica al lavoro di cura

Non una questione di buoni sentimenti, ma un principio di riorganizzazione sociale
di Ota De Leonardis

sguardi
SOSTENERE LA SPERANZA NELLE ADOLESCENZE DI OGGI

a cura di Animazione Sociale
* Definizione di sé e costruzione del futuro in adolescenza di Katia Provantini
* Come si mobilita la partecipazione di ragazze e ragazzi? diStefano Laffi
* Nell’animare percorsi con adolescenti servono adulti deponenti di Michele Marmo
 

cura educativa 
E se mettessimo un educatore in ogni scuola?
Allestire soglie educative tra scuola e territorio
di Michele Gagliardo

attivare partecipazione 
Per una leadership cooperativa territoriale
Un cammino in dieci passi
di Paola Sartori

viaggi diari libri foto
* Non sempre abbiamo le parole
di Roberto Dalla Chiara
* Una pedagogia medicalizzata? di Elisabetta Vino
* La sciarpa sui monumenti testo a cura del Gruppo Abele, immagine di Valerio Minato

focus
MISURARSI CON LE MOLTE SOFFERENZE SENZA NOME 
A cura di Maria Inglese

* In nome della sofferenza senza nome Imparare ad apprendere con i mondi marginali
* Scegliere di entrare nel rischio Un corpo curante che si vuole soggetto istituente
* Nelle storie cercare i significati più che i sintomi Una persona è già un paziente quando entra al Csm?
* Come rispondere alle sofferenze emergenti Un nuovo dispositivo clinico per le professioni di cura

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