Animazione Sociale

nr 354

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Editoriale

Scuola, bene comune di una città

La scuola e la città. Due nomi femminili che esprimono la potenza generativa del collettivo, quando è governato e integrato.

Della città la scuola è forse l’istituzione più importante. Della scuola la città è il contesto, nel senso etimologico di «intessuto, strettamente intrecciato o connesso» (contextus, p. pass. di contexëre, contessere).

La scuola, malgrado le criticità che da anni la attraversano, resta una istituzione centrale per la convivenza che esprime al meglio la propria funzione quando si pensa come «servizio» a studenti e studentesse, di ogni età, e alle loro famiglie, di ogni estrazione. La scuola quindi come servizio didattico, educativo, sociale. Come luogo di emancipazione e laboratorio di cittadinanza, perché deputata, da sempre, a costruire possibilità, ad abbattere diseguaglianze.

A ottobre un evento
per rilanciare il progetto
di comunità educanti.


A scuola, nelle migliaia di classi che la compongono, si impara ogni giorno a stare con la mixité che caratterizza le città. Ogni classe è un gruppo e ogni mattina, nelle aule e tra i
banchi, entra la città con le sue contraddizioni e le sue sfumature, le sue fragilità e le sue disuguaglianze.

Ma la scuola da sola fa fatica ad accogliere le diversità e le disparità che caratterizzano bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Per essere luogo di apprendimento e inclusione, ha bisogno della città, delle sue politiche, delle sue energie civiche, associative, culturali. Altrimenti, travolta dal turbinio di vite che ogni mattina varcano i suoi portoni, rischia di irrigidirsi e farsi espulsiva, di perdere di porosità.

La sfida oggi, per scuole e città, è allora quella di animare comunità educative. Un concetto, questo, che ha le sue radici nel Rapporto Faure dell’Unesco (1972), secondo cui «tutti i gruppi, associazioni, sindacati, comunità locali, corpi intermedi, devono assumersi la responsabilità dell’educazione anziché delegare i poteri a una struttura unica, verticale e gerarchica, come corpo separato rispetto alla società».

«La scuola e la città» sarà il tema di un evento che la rivista sta preparando a Torino con l’Assessorato alle politiche educative e dell’istruzione, la V Commissione del Comune e la Città metropolitana di Torino il 20-21-22 ottobre. Save the date.

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Indice del numero

editoriale
Scuola, bene comune di una città

#vignetta
Per un’infanzia libera dalla guerra
by Mauro Biani

professioni educative
Da quali cantieri passa il futuro degli educatori?
Per un lavoro che torni a essere attrattivo e dignitoso
intervista a Laura Formenti a cura di Franco Floris

per un lessico
Elogio della porosità

Solo abbassando muri e difese ci rigeneriamo
di Ugo Morelli

sguardi
Il lavoro educativo: spesa o investimento?

a cura di Animazione Sociale
* Salvare il lavoro educativo è salvare noi stessi
di Anna Biffi
Essere educatori nel disagio dell’inciviltà 
di Paola Scalari

cura del sé
Le emozioni nelle relazioni di aiuto ed educative

Come operatori sociali quanto lavoriamo sulle nostre emozioni?
di Mariangela D'Ambrosio

r-esistere adolescenti  
Personaggi fantastici per urgenze reali
Linguaggi&tecniche/9: partire dai personaggi più amati dagli adolescenti per interrogarsi su di sé e sul mondo 
di Davide Fant

viaggi diari libri foto
* Perché non si trovano educatori in comunità? 
di Paolo Tartaglione
Custodire l’acqua che abbiamo
testi a cura di Animazione Sociale, immagine di Laura Carletti

focus
Quando una «casa per anziani» è un luogo che sa di casa?
A cura di Ennio Ripamonti
Quale «casa» può aver cura degli anziani?   Trasformare uno spazio in un luogo bello e partecipato
- Una cura gentile chiede a tutti sensibilità e metodo   Ricetta e ingredienti di un ambiente che sa trasformarsi
- Il potere di istituire l’organizzazione   Le scelte che mettono in scena l’agire di tutti
- Un ritmo di lavoro che valorizza l’autonomia possibile   Sintonizzarsi sui tempi di chi i problemi li vive

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